È sempre l’amore che ci fa parlare, ridere, piangere, scrivere… Soprattutto scrivere. Quando si ha la sensazione che sia troppo tardi. O troppo complicato. E che sarebbe stato tutto diverso, se solo si fosse stati capaci di dirglielo, di trovare le parole giuste, di spiegare. Solo che la parole fanno un po’ quello che vogliono. E se non vogliono venire, non c’è niente da fare. Anzi, più ci si incaponisce, più volano via…
È sempre l’amore che ci “agisce” dall’interno. Proprio quando non lo sappiamo. Forse perché, come diceva Lacan, “io sono” dove “io non penso”. E tante volte non ce la facciamo proprio a smettere di pensare. Di chiedere. Di programmare. E poi le cose vanno per conto loro. E lui se ne va…
È sempre una questione di amore. L’amore della vita. L’amore per se stessi. L’amore per gli altri. Anche se per amare bisognerebbe potersi abbandonare. Talvolta anche a chi, forse, quest’abbandono non lo vuole. Perché ha paura. Perché a sua volta cerca di proteggersi… Ma almeno ci si muove. E non si resta bloccati lì, sempre in quello stesso angolo buio…
È sempre una questione di amore. Anche se tante persone non lo sanno, o fanno finta di nulla, o se lo sono dimenticato. E allora smettono di sognare e si spengono. Morti viventi di una vita che non gli appartiene più…
È sempre una questione di amore. Anche quando per “colpa” o per “destino” lui se va via. E ci si chiude in casa e si scrive. E scrivendo, come canta Guccini, ci si consola…
dai miei Commentarii 2004
7.
rileggo le cose già scritte
e sprofondo
nel mare ormai quieto
parole
e i ricordi
gli anfratti
ma penso a colori
seppure se scrivo
è sempre col solito perché
poiché
se scrivo
perché
perché soffro?
ma il tempo
poi lava e dilava
e questo
anche questo
mi sembra di averlo già scritto
e rivivo
e ringrazio ad esempio
quel dono d’Olimpo
quell’acqua di settembre
la conca di sabbia
e la fresca risacca
a scrosciarmi sul corpo a torrente
son stata felice
di questo
e di qualche altra cosa
tu assente io lì
succedono
cose così
e ritorno
poi rido
poi piango di nuovo
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere..
[al di là del giudizio che si può avere su Vecchioni: questa canzone.
quanto a Cyrano: un sorriso in più, uno di quelli che nascono dal sorridere di noi per la fascinazione tutta infantile che sempre abbiamo per le coincidenze].
HO IL CUORE ROTTO… SPEZZATO… DILANIATO… DELUSO…
Sei meravigliosa. Mi vengono i brividi
E’ ciò che ho sempre sostenuto… ma spiegato nel modo più poetico e vero che conosca
“Talvolta anche a chi, forse, quest’abbandono non lo vuole. Perché ha paura. Perché a sua volta cerca di proteggersi…”
e allora che si fà?
Dipende. Perché in fondo cerchiamo tutti di proteggerci e abbiamo tutti paura. Almeno all’inizio. Ed è importante non “buttarsi via”, dando più di quanto l’altra persona sia disposta a prendere. Se poi l’altro non vuole niente… è doloroso… ma non si può far altro che accettare… l’altro non ci appartiene… e la porta deve restare aperta… e talvolta decidere di non incaponirsi… l’amore non scopare… l’amore vero non passa mai… ma può trasformarsi…
Come si può non capire se si ama? Come si può non capire cosa si prova?
Va bene accettare la varietà dell’altro, va bene il proteggersi…ma come si può abbandonarsi prima e proteggersi poi allontanando l’altra persona?
E la paura che lui vada via, e come si può smettere di amare e di stare male?
Come si fa a trasformare?
mi fa venire in mente una canzone di Fossati: L’amore fa.
… fa crescere i gerani e le rose
aprire i balconi
l’amore fa
confondere le citta’
ma riconoscere i padroni
l’amore lo fa
aprire bene gli occhi
amare piu’ se stessi
l’amore fa bene alla gente
comprendere il perdono
l’amore fa.
Ma leggere un po’ di Laura Kipnis, no?
Quand est-ce que l’amour sera aimé ?
Pour le dire autrement, pour moi, aimer c’est vouloir aimer.
Bisous et bonne nuit Michela, c.a.d. pleine de doux rêves.
abbandonarsi.. perchè? ho saputo di amare di più, nella manier più convinta e consapevole che sia mai riuscita a provare, proprio quando avevo ben strette le briglie delle mie idee.. l’ho riconosciuto quando guardando ciò che sentivo riuscivo a vedere esattamente dove le tinte del mio amor proprio si confondevano nell’amore per l’altro. io so, ora, che non è necessario abbandonarsi.. chi ha paura, forse, ce l’ha delle aspettative che la testa crea e che in fondo al cuore non trova corrispondenze.
la parola amore è spesso una parola abusata.spesso confondiamo l’amore con l’amicizia o con il sesso.personalmente penso che amore significhi conformarsi compatire compartire.dando ad ogni parola un significato: coformarsi,cioè formarsi con la persona amata crescere avendo interessi comuni che non siano la spersonalizzazione ma crescita reciproca,compatire,cioè la capacità di fondersi con l’altro da me e patire con lei ogni momento ,ogni difficoltà, ogni limite,anche personale,compartire, cioè partire con questa persona non solo viaggiando,ma progettando realizzando i progetti,c’è un quadro di Rubens spesso usato per descrivere l’amore di Dio che può aiutarci a comprendere meglio ciò che è l’amore,In questo quadro Dio viene dipinto con una mano grande e vigorosa d’uomo,l’altra una mano femminile delicata.l’amore è allora la capacità di compenetrarsi vicendevolmente creando un unico essere.
la capacità di vedere il propio volto nell’altro diverso da me diventa allora la prima sfida da affrontare ogni giorno
credo che si tratta di uno quadro di Rembrandt : “le retour de l’enfant prodigue”.
quanta intensità…
Cara prof. ,
potrebbe far sapere(tramite il suo blog) quando sarà presente a “Otto e mezzo” oppure a “L’infedele” ?
Certo! solo che per il momento nessuno mi invita… 🙂
Proprio così…e la canzone è stupenda.
scarlet
trovo che l’amore sia darsi senza riserve,senza falsi pudori. in questi mesi potendo mettere a confronto la mia esperienza di genitore affidatario,e quanto scritto da michela nel testo “volevo essere una farfalla”mi sono accorto di quanto amore viene messo a disposizione di quanti sono pronti a ricevere.voglio dire che l’amore è sempre presente ,tocca ad ognuno raccogliere ciò di cui sente il bisogno,sapendo che talvolta si può rimanere delusi.ma anche questo è una parte dell’amore donato è l’aspetto più buio quello che richiede lo sforzo maggiore per essere compreso,quello che ci permette di crescere.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Le tue parole sono ,magiche…complimenti!
E’ sempre l’amore che sia sano o malsano!
Per colpa o per destino ..le ho perdute. Ma il grande amore esiste. Lo ho visto. Saperlo tenere e un altra cosa.
Sono d’accordo su questo, però “saperlo tenere” potrebbe non essere completamente dovuto alla nostra capacità o incapacità. Stiamo pur sempre parlando di due persone distinte.
l’amore
cara
Michela,
se non fosse l’amore
in cui credo
temo e mi perdo
io forse non scriverei
ho questa malattia solenne
affascinante per me
chè l’amore
sempre cerco
in poesia
in menti altrui
in sragionamenti..
e quando la follia trovo
in musica
allora cerco
la ragione amorosa che
ha causato l’eccesso
se non esistesse l’amore
in tutte le sue forme
io non esisterei
non saprei cercare
respiri
colori
sogni
come le nuovole
i sogni di bimbo
o di casa chiusa ?
io cerco sempre
amore
e giustifico
partecipo qualunque
vista o svista
della luna
mentre si accinge a
sostituire
il sole…
sembro
ma sono
auguri Michela
grazie pei sempre
stupendi tuoi pensieri….♪ ♥
dario.
ultimamente ho visto, come molti, due lavori (al cinema The Artist e a teatro il Flauto Magico) che indubbiamente parlano proprio di amore. Ripensandoli insieme viene da dire che all’amore ciò che fa divieto sono le troppe parole. Il silenzio o la musica sono gli ambiti naturali dell’amore, no? ciao sandro (se vuoi leggere quel che ho scritto è su http://www.wripainter.wordpress.com – come diceva il grande Totò: senza nulla a pretendere – ariciao)
Difficile per un uomo “normale” stabilire il sottile confine fra mancanza di desiderio o paura nel rifiuto dell’altro, dove per normalità si intende il non rientrare in quei parametri estetici-cognitivi sanciti dal sistema e dal contesto mediatico necessari per creare il desiderio dell’altro, La difficoltà sottile stà proprio nell’ identificare la motivazione dell’altro che non vuole il nostro abbandono, a volte la rinuncia ad un rapporto nasce proprio dall’ interpretazione di un rifiuto subito, corretta o errata che sia.. Troppo spesso si desidera cio’ che non serve alla nostra felicita, ma nei desideri prende forma un alieno che non appartiene alla nostra quotidianità che spesso ci impedisce l’esplorazione e il godimento della realtà….
Reblogged this on Giardino di Scheggia.
Difficile per un uomo “normale” stabilire il sottile confine fra mancanza di desiderio o paura nel rifiuto dell’altro, dove per normalità si intende il non rientrare in quei parametri estetici-cognitivi sanciti dal sistema e dal contesto mediatico necessari per creare il desiderio dell’altro, La difficoltà sottile stà proprio nell’ identificare la motivazione dell’altro che non vuole il nostro abbandono, a volte la rinuncia ad un rapporto nasce proprio dall’ interpretazione di un rifiuto subito, corretta o errata che sia.. Troppo spesso si desidera cio’ che non serve alla nostra felicita, ma nei desideri prende forma un alieno che non appartiene alla nostra quotidianità che spesso ci impedisce l’esplorazione e il godimento della realtà….
L’amore è la cosa più bella che ci sia, e allo stesso tempo è la cosa che può ferire di più.
per il quadro è sicuramente rembrandt e non rubens.chiedo scusa è stato un lapsus.
lui me lo dice sempre: da quando ci sono io hai smesso di scrivere. io dico che non è vero, ma da quando amo e sono amata lo faccio meno in effetti. a volte nell’amore dilaniato ci sono più parole che in quello gioioso, ecco tutto.
Grazie per le parole vere …nel tuo scritto riconosco l’amore e il dolore che anche se in modi diversi chiunque abbia amato si è trovato a vivere: L’amore finché non giunge all’unione profonda ,che è essenzialmente unione di anime, vive il dolore della separazione,dell’incomprensione,della non raggiunta unità.Essere una cosa sola:Un progetto difficile da realizzare, se non si ama per amore:paradossalmente soltanto nell’amare l’amore si raggiunge l’amare dell’altro che pure a suo modo ci ha sempre amato.Difficile più a spiegarsi questa esperienza che a viverla.Infatti soltanto chi l’ha sperimentata in sé la può comprendere
Ti seguo da poco, ma i tuoi pensieri mi hanno colpito da subito. Mi piace ciò che racconti… mi piace anche ragionare su quali siano le motivazioni che spingono la gente a scrivere, a raccontare, a condividere, a buttare nero su bianco le idee che ci balenano per la testa.
Continuerò sicuramente a seguirti!
Anch’io sono convinto che – in un modo o nell’altro – sia sempre l’amore.
Posso chiederti – eventualmente – il permesso di re-bloggare ogni tanto qualche tuo post?
I miei complimenti ancora!
Un caro saluto,
PMJ
Leggo spesso questo blog, ma sino ad ora non avevo mai lasciato un commento. O un pensiero. Questa volta si, perchè l’argomento incide dentro la pelle così come penso a molti. Ci stavo riflettendo proprio ieri, dopo aver ricevuto una mail che forse volevo ricevere ma che con tutto me stesso non volevo leggere. Curioso, no? Dopo la fine del mio amore, e non sono ancora due anni, mi sentivo stranamente libero, sicuro di me stesso, orientato a nuovi orizzonti. Contemporaneamente sentivo anche molto male dentro, ma mi ripetevo che era logico, in fin dei conti anche al termine delle altre storie era stato così. Ed allora presi una decisione che serviva a ripararmi dal vento: ti prego non chiamarmi più. Dammi almeno 2 anni e potrò parlarti con la giusta freddezza…con la calma…Non è ancora così purtroppo e comprendo, con dolore, che non potrà mai essere. Quanto mi sono sopravvalutato! Io che avevo scalato le imprese più ardue, io che non potevo vivere senza lei, ho dovuto rispondere a quella mail “Vorrei scriverti tante cose…ma non ce la faccio…”
Tra le tante cose mi sa che l’amore è questo
Blog bellissimo e pensieri sempre stupendi
Alessandro
per me esprimere quello che sento, soprattutto con la persona a cui tengo in modo particolare, è sempre una specie di tortura, un’agonia. non è che mi sforzo di non essere me stessa per paura di perderlo, ma al contrario sembro proprio bloccata, a parlare, ad agire… bloccata! e quasi quasi non riesco nemmeno bene a capire, se sono io che ho paura a farmi vedere per quella che sono, o se è proprio quando mi sento così, indifesa e incapace di esprimere quello che sento, che sono davvero quella che sono. Chissà per quale motivo, diventiamo dei cretini solo con chi amiamo…
straordinarie parole le tue, straordinaria l’intervista con la bignardi
riprendendo la bellissima poesia di Fernando Pessoa (Tutte le lettere d’amore sono ridicole), nonche’ la stupenda canzone gia’ citata e cantata da Vecchioni che si ispira appunto alla poesia di Nininho…la domanda rimane sempre una: ci si rende piu’ ridicoli mettendosi a nudo davanti all’altro – e davanti a se stessi – , sforzandosi di esprimere i propri sentimenti, di cercare le parole giuste anche quando non esistono le parole giusto per dirlo (Sandro Veronesi in Caos Calmo ha scritto: Se esistono le parole per dirlo, è possibile), o scegliendo invece di tacere, di tenersi tutto dentro, col rischio che poi diventi troppo tardi, che l’altra persona non voglia non possa piu’ stare ad ascoltare, a leggere le nostre parole?
Neruda scriveva che amare e’ breve, dimenticare e’ lungo. Forse anche amare e’ lungo. Ma non c’e’ niente di piu’ catartico e di piu’sensuale della penna e della carta bianca, delle ore passate di notte a scrivere, poesie, pensieri, lunghe lettere. Che poi managri non abbiamo mai mandato, peche’ insieme alle parole sdrucciole e ai sentimenti sdruccioli, siamo noi, ad essere ridicoli, quando siamo innamorati.
ophelinhapequena.blogspot.com
Le parole fanno innamorare, le parole fanno ammalare, le parole fanno guarire
E tutto va come deve andare…