Non c’è amore senza rispetto…

Non c’è amore senza rispetto. Anche e soprattutto quando non si condivide e quando non si capisce. Perché noi non l’avremmo mai fatto. Noi non l’avremmo mai detto. Noi non ci saremmo mai comportati così…

Non si dice, non si fa, non si pensa nemmeno…

Prima di ricordarsi che lui non è noi, è diverso, è altro… E che i conti con la sua vita e il suo passato non sono i nostri. E che quelle parole buttate lì forse vogliono dire qualcos’altro. E che quel silenzio che ci ferisce forse gli è necessario per riacciuffare i pezzi sparsi della sua esistenza…

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36 risposte a Non c’è amore senza rispetto…

  1. Damiano biscossi ha detto:

    Pezzi sparsi della sua esistenza. Un conto con noi stessi che paghiamo ogni qual volta qualcosa non va. L’altro non c’entra più forse ha dato il la ad una musica che si suona in due, il resto appartiene a ognuno di noi. Quello specchio che si rompe come nel tuo ultimo libro che ci lascia soli con noi stessi. Si prova a fare pochi passi per evitare di ferirsi ancora. Attendere quel filo di vento che ci venga a guidare (ivano fossati naviganti).

    Buon pomeriggio e grazie

  2. newwhitebear ha detto:

    L’amore è condivisione e cessione di un pezzo della nostra vita, E deve essere da entrambe le parti. Non c’è amore a senso unico ma solo se ognuno rispetta la diversità dell’altro, accettando anche quello che non è gradito.

    • Antonia Mattiuzzi ha detto:

      Concordo con newwhiebear. Cessione di un pezzo della nostra vita. Talvolta una parte è predominante in ragione della sua personalità, ma questo non può mai prescindere dal rispetto reciproco, dalla comprensione. L’amore si esprime cosi.

      • newwhitebear ha detto:

        naturalmente Il rispetto reciproco era sottinteso, visto il tema del post.
        Quello che manca nelle nuove generazioni e in parte in quelle più vecchie è proprio questa visione comune della propria vita integrata con quella di chi ti sta accanto. Da qui nasce il pensare a se stessi e solamente a sé, ignorando chi ti sta accanto e le sue esigenze..

  3. Vale anche al contrario: non c’è rispetto senza amore.

  4. rosenuovomondo ha detto:

    Eppure è così difficile rispettare e d essere rispettati.. c’è una familiarità nell’amore che a volte fa superare i limiti del rispetto con una parola mal detta…con una espressione malfatta

  5. Sara Roggi ha detto:

    L’ amore è accettazione, dedizione. Non implica sforzo e sacrificio in quanto suo imprescindibile presupposto è l’ apertura verso l’ Alterità che necessariamente, se di amore autentico trattasi, reca verso la condivisione. Un condivisione che non è fusione di un’ anima nell’ altra, ma un far entrare l’ amato nella propria “casa”, mantenendo la propria individualità, conservando questa struttura diadica e diventando una cosa sola, solamente mediante questa conservazione strutturale. L’ Altro è altro, non è noi e non potrà mai esserlo, nè viceversa.
    Solo il silenzio, mediato dalla contemplazione affettiva, può farci proseguire un cammino in cui, sebbene simbolicamente appartenenti ad una dimensione unica, io e l’ Altro ci conserviamo, senza dipendere l’ uno dall’ altro, ma soprattutto : senza far dipendere totalmente la nostra vita dalla sua, realizzando una sorta di dipendenza mortifera.

  6. Antonia Mattiuzzi ha detto:

    Sara, suppongo tu parli della tua esperienza. Non sempre si è così fortunati. Quando un lungo rapporto s’incrina e si arriva alla separazione, il rispetto per i sentimenti dell’altro non deve mai venir meno.

    • Sara Roggi ha detto:

      Purtroppo parlo di ciò che ho imparato dalla mia esperienza, non di quello che ho vissuto, ma di ciò in cui credo e che vorrei, prima o poi, avere l’ occasione di coltivare in un rapporto. Proprio perchè ho sbagliato tutto, proprio perchè io, in quanto mi sentivo estremamente inadeguata e quasi un accessorio, vorrei evitare di commettere in futuro lo stesso errore. Condivido con la questione del rispetto ceh, purtroppo, in questa circostanza, viene meno.

  7. Antonia Mattiuzzi ha detto:

    Vorrei parlare della civiltà nell’Amore. ma il tema è complesso. Pe ora mi astengo.

  8. Cristina ha detto:

    Torniamo a parlare di accettazione dell’alterità…che passa dall’accettazione di noi stessi…da qui si parte, forse, per definire di quale tipo di “amore” si parla…ma c’è sempre una base comune…il rispetto fa parte sempre dell’accettazione dell’altro…in qualunque caso…in qualunque tempo…in qualunque situazione…

  9. Giovanni ha detto:

    Che belle parole hai scritto, colme di accoglienza, di attenzione… non siamo piu’ abituati a parlare cosi… hai regalato un sorriso con le tue parole…

    “Sorriso”

    Un sorriso
    distratto,
    lambisce
    l’oltre,
    d’ogni usata
    sapienza…

    • stupendizia ha detto:

      Lho rivista proprio stasera la cassetta di Genio ribelle el la conclusione, per me, è stata che non è facile essere perfetti, naturalmente “umanamente perfettucci”, realazionare con i propri simili è sempre un’impresa sopratutto tra consanguinei: dare per scontato che tuo fratello/sorella, ti debba andare a genio è presunzione. Per questo si scelgono gli amici , la prima vera conquista affettiva.

  10. flameonair ha detto:

    Credi non ci sua più molto rispetto ne’ nella coppia ne’ tra figli e genitori, non c’è ascolto reciproco e non c’è accoglienza, non c’è capacità di sacrificio reciproco a favore di un progetto comune e capacità di riconoscere il valore rispetto al proprio soddisfacimento “singolare”… 1+1 non si sommano mai, anche in molte storie, in cui l’unica cosa che pare sommarsi è l’egoismo individuale.

  11. flameonair ha detto:

    Ovviamente voleva essere “credo non vi sia”. Mi scuso per gli errori di digitazione

  12. rossodipersia ha detto:

    Ma noi non possiamo ricordarci che lui non è noi, perché abbiamo la presunzione di credere che negli anni passati insieme lo abbiamo plasmato, gli abbiamo insegnato “l’amore”. E non vogliamo accettare, alla fine della storia, che il suo rispetto sia rivolto ad altri, perché non vogliamo accettare che, se l’amore vuol dire rispetto, lui non ne abbia più per noi.

  13. sergio bosco ha detto:

    Filosofia da parrucchiere…

    • Giovanni ha detto:

      Con questa frase hai sancito una brusca separazione fra realtà quotidiana e conoscenza autoritaria, arrocandoti dietro la finta sicurezza che puo’ esercitare il relativismo letterario non citato in queste circostanza dalla Marzano. Il limite della filosofia è proprio che nella sua semantica mancano i quantificatori, tutto puo’ essere relativamente vero o falso con una buoma dialettica e una serie di citazione letterarie, Per fortuna che i fenomeni della natura ci riconducono severamente al linguaggio descrittivo della matematica, ma anche i fenomeni sociali e cognitivi seguono dinamiche e leggi non ancora contemplate formalmente, pertanto esplorarle osando, ipotizzando, ideando , in particolare in un ambiente non accademico, vale piu’ di 1000 citazioni dotte…

  14. Stefano Mino ha detto:

    perché le chiavi del paradiso sono due? perché i cancelli del paradiso sono due
    why the keys of paradise are two? because the gates(in italian, gate=cancello=cancellare(verb)=to erase=to deny) of heavens are two
    like two are the heavens (and hell=1)(in italian paradise, heavens, is singular(one only), however.
    see vatican flag/vedi bandiera del vaticano

  15. Stefano Mino ha detto:

    c’è anche chi della mela preferisce l’altrolato 🙂
    there also ar those who prefer the ‘otherside’ of the apple 🙂
    il lato ruby
    the ruby side

  16. Oggi ho ascoltato la sua lezione magistrale al Festival.
    E’ stato quasi un caso, anzi è stato uno di quelli che io chiamo casi voluti o casi sentiti. Come quando entro in libreria senza sapere esattamente quale libro voglio comprare, oppure lo so ma poi ne compro un altro che non so come è quello giusto.
    Non sapevo chi lei fosse, se non di nome. Non sapevo, non avevo approfondito niente che la riguardasse. Ma l’orario della sua lezione si incastrava con quello di arrivo del mio treno e le 15:00, senza sapere perché, è diventata l’ora in cui sarei dovuta essere in una piazza.
    Non sapevo, non avevo approfondito, non avevo letto niente di suo. Ma poi mentre lei parlava ho pianto. Come una scema, molto scema.
    Ho partecipato con passione a un applauso, poi ho iniziato a tentare di spiegarmi le parole che avevo sentito. Come al solito cercando obiezioni, come al solito cercando di dedurne le mie verità, come al solito spinta da quella necessità particolarmente pressante negli ultimi tempi di immedesimarmi nelle vite altrui, per condividere e, nella migliore delle ipotesi, capire.
    “Amare è dare quello che non abbiamo a qualcuno che non lo vuole”, non è letterale ma la sua citazione diceva più o meno così.
    Amarsi è un incrocio di bisogni, dunque. Reali, presunti, idealizzati, sofferti, costruiti, proiettati.
    Io do a te quello di cui ho bisogno perché non ce l’ho, tu però non lo vuoi perché sono io ad averne bisogno e non tu.
    Allo stesso tempo amarsi equivale al desiderio di essere guariti, “ricuciti”. Però gli altri non siamo noi, non potranno essere capaci di rimettere insieme i nostri pezzi perché anche impegnandoci per tutta la vita non ci riusciremo mai nemmeno noi stessi.
    Dopo la decontrazione però, lei m’insegna, qualcosa bisogna pure crearlo. Da affermazioni che negano allora nascono le mie positive (come se in realtà non fossero disilluse) domande: esiste una possibilità su troppe che i miei bisogni coincidano davvero con i tuoi? In modo che dandoti quello che io vorrei possa avere la grandissima fortuna di darti quello che anche tu vorresti?
    In questa prospettiva di “coincidenze mistiche”, lo scambio di bisogni e appagamento potrebbe essere reciproco?
    Fino a oggi alle 15:00 sono stata “un’impossibilista” cronica riguardo l’amore e le promesse intrinsecamente tradite. Dopo un pianto, una serie di contorte deduzioni e un commento decisamente troppo lungo, penso che l’amore forse abbia ancora qualche remota ma autentica possibilità.

  17. gabriella.ziliani ha detto:

    Inviato da Samsung Mobile

  18. Stefano Mino ha detto:

    edipo ce l’ha spesso come il padre (cognome)
    PERCHé IL VATICANO HA DUE CHIAVI? UNA PER APRIRE DA FUORI, UNA PER APRIRE DA DENTRO
    EINSTEIN: DIO NON PUò AVERCELO MORTO
    COSA, L’UCCELLINO?
    nO, IL PADRE

    edipus has it often as the father (surname)
    WHY THE VATICAN HAS TWO KEYS? ONE TO OPEN FROM OUTSIDE, ONE TO OPEN FROM INSIDE
    EINSTEIN: GOD CANnot bringing this dead
    WHAT? THE little bird?
    nO, THE FATHER

  19. Stefano Mino ha detto:

    edipo ce l’ha spesso come il padre (cognome)
PERCHé IL VATICANO HA DUE CHIAVI? UNA PER APRIRE DA FUORI, UNA PER APRIRE DA DENTRO
EINSTEIN: DIO NON PUò AVERCELO MORTO
COSA, L’UCCELLINO?
nO, IL PADRE
    edipus has it often as the father (surname)
WHY THE VATICAN HAS TWO KEYS? ONE TO OPEN FROM OUTSIDE, ONE TO OPEN FROM INSIDE
EINSTEIN: GOD  CANnot bringing this dead
WHAT? THE little bird?
nO, THE FATHER
    einstein: caro schroedinger, capisco che è una questione di frequenza, ma la frequenza è frequentemente la stessa
einstein: Schroedinger dear, I understand that it is a matter of frequency, but the frequency is frequently the same
    feather father furher (forrest gump) ecc

  20. Stefano Mino ha detto:

    in italiano ‘re’ è un cognome

  21. Stefano Mino ha detto:

    berlusconi pretende di eleggere anche babbo natale
    Berlusconi claims to elect even Santa Claus

  22. Stefano Mino ha detto:

    quei lapsus che….
    fatti non foste per viver come Bruto, ma per pagargli le tasse a cesare, non per accoltellarlo (almeno la moglie di pirandello l’aveva capita così).
    il fu mattia pascal (anche le forbici sono in croce, e al sole brillano come due biciclette (malagna vuole uccidere mattia? …attia…. attia…) e spesso sono appese al muro dove ci si può riflettere o essere accecati dalla luce del sole. o sulla tavola, a portata di mano.
    those slips of the tongue that ….
    You were not born to live like Brutus, but to pay him taxes, to Caesar, not to stab him (at least the wife of pirandello had understood so).
    The Late Mattia(mat-tia=but-you) Pascal (scissors too are crosses, and they shine under the sun like two bicycles (Malagna wants to kill Mattia? … attia(you) …. attia(you) …) and are often hung on the wall where you can reflect or be blinded by the sunlight, or on the table, at your fingertips.
    il sole nudo
    the naked sun (asimov)

  23. Stefano Mino ha detto:

    no allo jus soli: quando i parenti di un cinese che ha vissuto lavorato pagato le tasse sposato avuto dei figli qua, muore, il suo patrimonio immobiliare non si muove dalla cina a qua

    recinzione inferriata parchi pubblici con chiusura notturna a chiave

    creazione di bot e cct a parità aurea (anche se solo nominale)

    sostituzione obbligatoria delle pubblicità dei bancomat con pubblicità contro il femminicidio. immagini vere di donne violentate e la scritta: ‘quanto ti costa?’

  24. Stefano Mino ha detto:

    se la legge non ammette ignoranza, devo conoscere anche le leggi che regolamentano la panificazione, o acquistando pane non prodotto secondo la legge magari perché costa meno, incorro nel reato di incauto acquisto o ricettazione di pane falso?
    if the law does not allow ignorance, I must also know the laws that regulate the bakery, or buying bread product not according to the law, maybe because it costs less, i risk making in the offense of careless purchasing or receiving stolen false bread?

  25. Stefano Mino ha detto:

    perché einstein non accettava l’interpretazione di copenaghen del principio di indeterminazione di heisenberg e l’esempio del gatto di schroedinger?
    perché l’esempio di schroedinger non è nè testa o croce nè indeterminazione. è testa a testa
    why Einstein did not accept the Copenhagen interpretation of the uncertainty principle of heisenberg and example Schroedinger’s Cat?
    because the example of Schroedinger is neither heads or tails nor uncertainty. is head-to-head
    all about eve (eva contro eva) tutto su mia madre (kramer contro kramer)

  26. Stefano Mino ha detto:

    un gatto ha una testa e una coda, non due teste. se ha fatto testacoda è perché ha superato i 69
    a cat has a head and a tail, not two heads. if he did spin it is because it has exceeded 69

  27. Stefano Mino ha detto:

    head-to-head in the sense of competing, racing,
    crossing {noun} (also: exceeding, passing, overcoming, getting through)
    {m}
    not of teté-a-tetè

  28. Stefano Mino ha detto:

    dio è una personalità giuridica
    god is an unincorporated

  29. Stefano Mino ha detto:

    un pazzo non ha alcun tipo di personalità, giuridica o privata o fisica (habeas corpus)(lo spirito santo)((ah well, as he told Napolitano) (and here we are not in England ….)minetti
    a fool has no personality type, or private or legal or physical (habeas corpus) (holy spirit)(ah beh, come disse napolitano)(e qui non siamo in inghilterra…)minetti

  30. Stefano Mino ha detto:

    waiting for god dog= aspettando invano (beckett)
    chissà perché cane e cagna si sposano così bene…
    I wonder why the dog and a bitch marry so well …

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